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Argiero a TuttoMonza: “La mia voce per i biancorossi, dalla D alla Serie A”

di Roberto Sabatino

Dopo ben quattordici anni di onorato servizio, sabato lo stadio di Monza avrà una voce diversa ad accogliere tifosi, addetti ai lavori e calciatori: non sarà più Felice Argiero, per tutti Felix, a speakerare la giornata biancorossa. Scelta della società, molto dolorosa e poco romantica.

Così, alla vigilia del debutto stagionale interno e con questa novità inaspettata, TuttoMonza.it ha intervistato la vecchia voce biancorossa.

Felice, partiamo dall’inizio: quando è iniziata la tua storia da speaker del Monza?

"Durante una cena tra compagni di classe il mio amico e vicino dì banco Marco Ravasi mi chiese se volessi coltivare un hobby aiutandolo a gestire il pre e post partita del nostro caro Monza di cui Marco era l’addetto stampa.. nella stagione 2009/2010 l’allora speaker Diego Tamone diede le dimissioni e fu allora che Marco mi chiese di provare a leggere le formazioni etc etc.. così nacque la mia storia.. durissima all’inizio.. per tanti motivi..poi col passare del tempo con la preparazione lo studio e la passione per questi colori sono riuscito a migliorarmi".

Hai navigato in tutte le categorie, dalla D alla A: come sono cambiati i tempi per il calcio e come li hai vissuti da esterno?

"Dalla tristezza della serie D dove in 200/300 tra tutti i partecipanti in uno stadio a dir poco fatiscente si cercava una gioia un appiglio per tornare a casa soddisfatti ..alla serie C e poi lo spettacolo della serie B ed in fine la tanto sognata serie A.. un sogno".

C’è un giocatore in tutti questi anni a cui ti sei affezionato in particolare? O un aneddoto curioso in postazione?

"Pessina l’ho visto nelle giovanili.. il debutto in prima squadra e la sua prima rete.. oltre alla sua educazione e umiltà.. comunque sono molti i calciatori che militano e che hanno militato nel Monza che mi hanno colpito per l’umiltà e l’educazione.. veramente bravi Bagaj".

Descrivici le varie emozioni: prima speakerata assoluta, la prima in B e la prima storica in Serie A. C’è un filo conduttore o tutte sono diverse tra loro?

"In ogni partita di ogni serie ero emozionato allo stesso modo.. certo in serie A  con 13000/14000 spettatori annunciare un gol o le formazioni non ha eguali.. sensazioni bellissime.. non smetterò mai di ringraziare tifosi e giornalisti che partecipavano attivamente".

Come ti preparavi in settimana alla partita?

"Durante la pausa di lavoro mi documentavo sulla formazione degli avversari della partita successiva.. guardavo la partita precedente e ascoltavo le pronunce.. inoltre in serie C ti rompevo le scatole chiedendoti pronunce di nomi mai sentiti".

Il soprannome di un giocatore a cui sei più emozionato, e il gol che tieni nel cuore ...

"Il soprannome più bello.. l’imperatore Carlos Augusto.. i due gol che ricordo con più affetto.. il gol di Pessina l’anno scorso contro la Viola che significò la matematica salvezza.. e quest’anno il gol di Bondo al Milan.. tutto lo stadio è impazzito".

Il sogno poi purtroppo è finito quest’estate. Come lo hai saputo e come ti è stato detto?

"Come tutte le cose belle finiscono.. è stata una scelta societaria.. altro non voglio commentare.. faccio un grosso in bocca al lupo a chi mi sostituirà".

Che consiglio daresti a qualcuno che vorrebbe ripercorrere le tue orme? 

"Di essere se stessi e di credere sempre in quello che si fa".

Da tifoso che stagione ti aspetti dal Monza di Nesta?

"Sarà certamente una stagione difficile.. speriamo bene per tutto..manca ancora qualche tassello.. sicuramente il nostro Condor  allestirà anche quest’anno una squadra competitiva.. sono fiducioso".

Felice, ti rivedremo comunque, prima o poi, allo stadio sbollita la delusione?

"No, non penso di tornare allo stadio.. guarderò le partite da casa .. soffrirò in silenzio e gioirò alla mia maniera: forza Monza!".


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