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ESCLUSIVA TM - Tommaso Morosini, ex biancorosso: "Sentivo che era il momento giusto per lasciare"

di Filippo Pelucchi

La redazione di TuttoMonza ha scelto di intervistare Tommaso Morosini, ex biancorosso dal 2020 al 2023, in merito al suo ritiro dal calcio annunciato ieri dal giocatore. Di seguito le domande in grassetto con le relative risposte. Nel ringraziare Tommaso per la sua disponibilità, gli auguro il meglio per il suo futuro lavorativo ed extra campo. 

Qual è la motivazione che ti ha spinto a lasciare il calcio?

“Quella principale è che dentro di me sentivo che fosse il momento giusto per lasciare. Sono arrivato a un punto in cui l’equilibrio della mia vita, che è composto da tante cose, stava andando in una direzione che mi portava più da altre parti rispetto al calcio. L’ultimo anno sono passato dal professionismo all’Eccellenza per iniziare ad affacciarmi sul mondo del lavoro. Per tanti versi mi sentivo lontano. Le sensazioni positive erano di meno, idem le soddisfazioni, un po’ per la categoria e un po’ perché sto crescendo e cambiando io. È il momento per guardare in avanti e sono contento di essere uscito da questo mondo da solo, ascoltando me stesso. Non avrei voluto finire trascinandomi e quello che è stato il mio modo di essere in campo e per i compagni.”

Del gruppo storico della Serie C, oggi è rimasto solo Dany Mota. Qual è un ricordo che associ al portoghese e come lo vedi in Serie A?

“Siamo arrivati praticamente assieme. Con una parola lo definirei “pronto”. Dai primi allenamenti si vedeva che era un giocatore pronto. Non di molte parole o appariscente, non legato a tante cose che si porta dietro lo stereotipo del giocatore ma molto concreto. C’era sempre al momento giusto, con la qualità, la forza fisica e l’estro che ha. L’ho trovato così e si è dimostrato un giocatore che in Serie C e poi in Serie B ha fatto bene e che anche in A ha fatto buonissime cose.”

Hai segnato un gol col Monza, in occasione della gara col Lecco. Cosa ti ricordi di quel gol in particolare?

“Mi ricordo che è stato un inserimento da dietro. La sensazione era che in avessimo dei giocatori di gran spessore. Sapevo che potevo fare un movimento in un certo modo e che la palla mi sarebbe arrivata, rispetto ad altre realtà in serie C dove c’è meno qualità e ricevi di meno. Il gol è nato perché è una mia caratteristica da centrocampista quella di inserirmi in area. Mi sono inserito con la certezza che Dany mi avrebbe messo la palla lì.”

C’è rammarico di aver vissuto così poco il Monza per via del Covid nel 2020?

“C’è rammarico a livello personale perché sono arrivato a gennaio nell'anno precedente che avevo fatto 18 gol da centrocampista. Avevo fatto un anno quasi a regime da attaccante. C’è rammarico perché mi sentivo al meglio ed era ed è stato probabilmente il periodo più alto della mia carriera. Ovvio che poi quando siamo ripartiti d'estate in Serie B si ha avuto la possibilità di acquistare giocatori di livello come Boateng e Balotelli. In quel caso lì, si è deciso di sacrificarmi ma non l'ho mai presa in senso negativo. Ho sempre capito perfettamente che era un contesto ambizioso e ho accettato la scelta nella maniera migliore possibile. Rimane sicuramente un po’ di dispiacere ma senza rammarico, perché so di aver fatto di aver dato tutto quello che avevo.”

Che cosa rappresenta per te oggi Monza?  Quanto è stato importante nella tua carriera? Ti vedi magari in un futuro a far parte della dirigenza?

“Monza rappresenta in questo momento per me uno dei ricordi più belli perché la soddisfazione di arrivare in un contesto guidato dal presidente Berlusconi e il dottor Galliani, che sono la storia del calcio italiano, penso che sia la soddisfazione più grande che si possa avere. Arrivare a lavorare al fianco, quindi anche apprendere e vivere quotidianamente queste due persone in particolare è stato per me una grande occasione di crescita. Per me è un ricordo fantastico ed è anche un orgoglio.”

“Per quanto riguarda il futuro, in questo momento sto cercando di metabolizzare ancora un po’ la scelta. Non sono ancora forse così pronto a pensare e sapere cosa farò in questo momento, però non lo escludo. Il calcio fa parte di me da quando ho 5 anni e credo che difficilmente gli chiuderò le porte. In questo momento non lo so, ma che chi lo sa in futuro. Sono rimasto in buoni rapporti e mi capita di sentire diverse persone che gravitano attorno alla società. Credo che, umanamente, al di là del discorso di campo, posso aver lasciato un bel ricordo.”

Nel periodo che ha portato il Monza alla promozione in Serie B, che ricordo hai? Che clima si respirava?

“Positivo. Io sono arrivato comunque da una realtà relativamente piccola che pian piano adesso è cresciuta, che è il Südtirol, ai tempi comunque una realtà di serie C. Solida, con una squadra che arrivava dai playoff però comunque una realtà pur sempre piccola. Il primo giorno dopo la firma ero in ritiro a Maiorca e per me era come respirare la Serie A, con 25 giocatori che hanno sempre giocato alte categorie. Con un allenatore che anche lui ha “giochicchiato (ride, ndr), per dirla in maniera ironica, che comunque ha giocato in Champions League e ha fatto parte del Milan stellare. Quindi, per me è stato veramente come ritrovarmi in un contesto da serie A. Ho un ricordo piacevole perché comunque in quei mesi ho sempre giocato tutte le partite che avevo a disposizione e sono riuscito anche a contribuire con un gol e un assist. Mi sono sempre sentito partecipe del gruppo dentro e fuori dal campo, per cui è stato un ricordo più che positivo.”

Secondo te Nesta potrà fare bene dopo la sosta? Lo vedi bene al Monza o gli preferiresti un altro allenatore?

“Premetto che non lo conosco personalmente e che non ho avuto la possibilità di lavorare con lui o di confrontarmi con qualcuno che ha lavorato con lui; quindi, è un giudizio che esprimo da esterno. Io ho visto che comunque c'è stato un inizio con parecchia difficoltà, ma quello che ho visto nelle ultime partite è una squadra viva. Io personalmente non cambierei mai l'allenatore. Quando vedo che una squadra è viva e che propone gioco, attacca, ha un'idea, allora non puoi cambiare allenatore. Se prendo la partita che il Monza ha perso col Milan c'è stato un torto arbitrale. Poi uno può interpretarlo come vuole, ma quel gol lì che secondo me non è mai da annullare. È chiaro a tutti che è un momento in cui la classe arbitrale è in difficoltà, senza nascondersi. Quindi, io Nesta non lo cambierei mai per tutto quello che la squadra sta dimostrando.”

“Anche con la Lazio, che è una squadra in forma e che sta facendo un gran campionato e anche in Europa, l'ultima mezz'ora si è ritrovata a difendere la propria area. Questi sono segnali di una squadra che segue l'allenatore, questa è la mia idea, come ti dicevo, da esterno. Io vedo che c’è stata una progressione. Ho visto una crescita dal punto di vista del gioco, dell'organizzazione e della fase offensiva, Non parlo di crescita solo legata ai risultati, che secondo me sarebbe troppo banale. Io guardo proprio in generale alla mole di lavoro e a quello che la squadra propone. A me sembra una squadra assolutamente viva e in corsa.”

Per chiudere: il Monza quest’anno si salverà?

“Me lo auguro e secondo me ha tutte le carte in regola per potersi salvare. La serie A è un campionato che non ho mai fatto e vedendolo da fuori è un campionato difficile, perché comunque non esistono partite semplici. Anche le squadre che magari come negli anni passati hanno dimostrato di essere in difficoltà fino a marzo poi ti fanno un cammino di due mesi incredibili.  Vedi ad esempio Nicola. Io penso di sì, che si salverà e me lo auguro con tutto il cuore per Monza, per la proprietà, che ha fatto tanto negli ultimi anni e anche per la gente alla quale sono comunque rimasto legato.”


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