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Lecco, il presidente Aliberti ribadisce: "Via la squadra dalla città, Monza ipotesi"

di Roberto Sabatino

Dopo una prima minaccia, ora la conferma. Il presidente del Lecco, Aniello Aliberti, prosegue la sua diatriba col Comune sulla gestione ed i costi dello stadio "Rigamonti-Ceppi".

"Eravamo rimasti d’accordo per rivedere l’articolo 5 della convenzione, lì dov’è presente tutto il discorso della manutenzione ordinaria e straordinaria, per tornare a un normalissimo contratto di affitto come per qualsiasi immobile. Loro si erano detti disposti a rivederla. Poi quando si è trattato di scrivere, hanno cominciato a dire: facciamo un elenco delle cose da fare e stabiliamo, le fai tu o le faccio io? Campo io, cabina tu. Ma che ragionamento è? A quel punto le braccia mi sono cadute e ho detto “va bene signori, arrivederci e grazie” cosi non va", ha tuonato.

E adesso? Aliberti conferma la volontà di voler portare via il Lecco dalla città: "Con questa spada di Damocle addosso io non sto bene. Ogni partita, quando arrivo qua e vedo i fari spenti mi viene l’angoscia più totale. Pensavate che fosse una provocazione la mia? No, non lo è. Potrebbe essere Zanica, potrebbe essere Monza. Il punto è che non posso continuare a gestire uno stadio con un generatore a gasolio di trent’anni che può lasciarmi a piedi da un momento all’altro".