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Paolo Berlusconi: "Atalanta o Sassuolo il nostro modello. Al Monza porterei Leao"

di Domenico Fabbricini

Lunga intervista a Paolo Berlusconi, presidente del Monza, dalle colonne della Gazzetta dello Sport. "Una stagione perfetta, ma con una conclusione al cardiopalmo perché fino all’ultimo sia il Milan sia il Monza non avevano raggiunto l’obiettivo - racconta -. Mio fratello Silvio si sentiva un orfano del calcio, per lui è stato riempire un vuoto importante. Peccato non avere ancora l’Edilnord, sarebbe stato il nostro triplete. Ma il Monza, come è stato il Milan, significa Silvio Berlusconi col suo fedelissimo Galliani. Un’accoppiata vincente sul campo e affiatatissima fuori. E’ un rapporto molto bello: Galliani esiste perché esiste Berlusconi, e viceversa. Tornare al Milan? Era una battuta, in termini pratici non sta in piedi ovviamente. Ricordiamoci che viviamo in Italia e si è portati a pensare male. Abbiamo una certa magistratura convinta da sempre che abbiamo venduto il Milan a noi stessi.

Chi porterei dal Milan al Monza? Leao, è un misto tra gazzella e pantera. Ma sarà un mercato di buon senso, senza follie, che garantisca una squadra in una posizione tranquilla. Ibra? Con noi ha un rapporto veramente speciale, cosa che ha trasferito anche in un Milan dove non c’è più Berlusconi. Sarebbe un grande motivatore, ma intendo più a bordo campo. Balotelli? Con Mario c’è un ottimo rapporto, ma l’esperienza scorsa non è stata tale da farci pensare che sia riproponibile. Noi dobbiamo gettare le basi per un Monza che diventi il Sassuolo o l’Atalanta della situazione. Sono questi i nostri modelli. SInergie col Milan? Se ci può essere una sinergia possibile in A credo sia proprio questa".


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