Facciamo ordine bagaj. Alla luce di queste prime gare d'agosto, due sono i sentimenti contrastanti: quello del vecchio tifoso biancorosso e quello dell'altrettanto vecchio giornalista monzese, chiamato a  commentare, senza farsi influenzare dal cuore. 
Come tifoso devo necessariamente sostenere la squadra; come commentatore, senza ipocrisie, però non posso astenermi da valutazioni che in questo momento non sono del tutto positive. 
Il Monza di oggi non è certo quello dello scorso anno e, come sottolineato da mister Palladino, l'Inter ha finito per amplificare i difetti che sappiamo. Vale poco dire che siamo stati in partita per 70 minuti, così come in Coppa Italia si era parlato di un ottimo primo tempo (che personalmente non ho visto, così come non ho visto una chiara tenuta fino al 70' a San Siro, bensì solo qualche sprazzo di gioco discreto).
Che volete che vi dica, commentando oltre il cuore, va detto che le magagne nella formazione di Palladino sono evidenti, tanto che i tifosi nerazzurri non possono ancora sapere se Sommer è più o meno bravo di Onana.
In molti ricordano che il Monza è andato a San Siro ad affrontare i vicecampioni d'Europa, non il Canicattì; che le gare da vincere non sono queste. Vorrei aggiungere però che nello scorso campionato abbiamo portato via ai nerazzurri 4 punti, o mi sbaglio? E se vogliamo l'Inter scesa in campo sabato non mi è parsa formazione perfetta: se solo avesse accelerato e migliorato alcune trame offensive il Monza sarebbe uscito con almeno quattro pappine sul gobbone. Voglio dire che divario tecnico tra le due formazioni era evidente, oltre quei presunti 70 minuti di tenuta dei biancorossi. 
Nel Monza odierno non trovo continua fuidità nelle azioni, manca il filtro e la mente in mezzo al campo e le proiezioni in avanti s'inchiodano all'altezza dei sedici metri. Se poi aggiungiamo talune disattenzioni in difesa, la frittata è fatta. 
Ma davanti avevamo l'Inter, per carità. Perché contro la Reggiana, neo promossa in B, com'era andata? 
Rendiamoci conto che lo stesso Palladino sollecita rinforzi necessari a centrocampo e in attacco. 
Non oso pensare oggi che il Monza debba lottare per non retrocedere fino all'ultima giornata perché confido nella bontà del manico del mister. Quindi assolutamente nessun disfattismo, ma sano realismo da osservatore. Limitando le effusioni amorose da tifoso. Però quando vedo in campo Maric e pure Pedro Pereira mi vengono attacchi d'orticaria e avverto non buoni presagi. 
Confidiamo tutti nei Giorni del Condor, tifosi biancorossi e giornalisti monzesi, distinguendo bene i due livelli, altrimenti facciamo confusione e ragioniamo col cuore e non con la testa. Il mio 'no comment', ironico come sempre, in un post sulla mia pagina social al termine della prima di campionato era proprio riferito a quando scritto. Meglio non commentare a botta calda se il cuore è diviso tra quello del tifoso e quello del cronista che dovrebbe essere imparziale. Così si finisce per mettere in secondo piano l'evidenza, che ci parla di un Monza monco, ancora lontano da quello che abbiamo felicemente congedato tre mesi fa.
Sabato incontriamo l'Empoli, nostra diretta antagonista, e ci giochiamo tre punti importanti.
PS e poi alla fin fine queste son tutte chiacchiere da Bar Sport, perché le cose importanti della umana esistenza son ben altre: così stringo in un grande abbraccio Federico, supertifoso special biancorosso, colpito dalla perdita della cara mamma.

CARLO GAETA

Sezione: Editoriale / Data: Mer 23 agosto 2023 alle 08:00
Autore: Redazione Tuttomonza
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